Il biometano é già una realtà per un futuro sostenibile.
Il 2017 sarà ricordato come l’anno in cui il biometano ha iniziato ad essere distribuito in Italia. I primi impianti saranno in Lombardia e Piemonte (a Castellazzo Bormida in provincia di Alessandria) grazie ai quali si otterrà il gas dal trattamento dei rifiuti organici della raccolta differenziata urbana, ovvero la Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano (Forsu).
A tutto il 2017 gli impianti sono 9, di cui sette a scopo dimostrativo e negli ultimi mesi c’erano già state più di 200 manifestazioni di interesse di connessione alla rete per l’immissione di biometano.
Si calcola che il suo consumo entro il 2030 raggiungerà la ragguardevole soglia di circa 8,5 miliardi di metri cubi all’anno mentre fino a ieri il biometano era stato utilizzato come combustibile per produrre energia elettrica e calore. Ora si è fatto un notevole passo avanti in quanto il gas derivante dalla fermentazione dei rifiuti è equivalente a quello di origine fossile di cui è chimicamente identico, il che significa che può sfruttare la rete gas esistente senza necessità di investimenti infrastrutturali.
In Italia esistono già 1.500 impianti di digestione anaerobica in esercizio e siamo il terzo produttore mondiale di biogas da matrici agricole, con 2,5 miliardi di metri cubi annui. Secondo i principali analisti, nei prossimi cinque anni il biometano rappresenterà fino al 10% dei consumi in Italia per essere distribuito anche sulla rete stradale con oltre 300 impianti di rifornimento.
Determinante sarà il suo utilizzo nel settore dei trasporti in quanto entro il 2030 il 20% dell’energia usata per spostarsi dovrà essere rinnovabile e il biometano servirà a muovere autobus e camion abbattendo costi, inquinamento ed emissioni serra.