Il Biometano è la nuova frontiera energetica nazionale da raggiungere al più presto.
Col biometano si producono elettricità e gas naturale e ciò costituisce un’opportunità per il recupero intelligente dei rifiuti organici e dei sottoprodotti agricoli. Tutto ciò è una fonte energetica continuativa in grado di sostenere le rinnovabili più fluttuanti. Della serie: l’eolico e il solare dipendono da fattori esterni, ma di rifiuti ve ne saranno sempre, in quantità in costante aumento, e l’energia che deriva dalla loro lavorazione sarà continua, sempre disponibile ed in costante aumento.
Il biometano è ottenuto dalla digestione anaerobica di sottoprodotti agricoli, reflui zootecnici e fognari, colture o dalla frazione organica dei rifiuti urbani provenienti dalla raccolta differenziata. Si tratta di un ciclo virtuoso che impiega la materia di scarto e la trasforma in combustibile, di origine non fossile. In questo settore l’Italia, anche separte per ultima tra le nazioni di riferimento dell’Occidente, potrebbe produrre entro il 2030 fino a 8,5 miliardi di metri cubi di biometano, pari a circa il 12-13 % dell’attuale fabbisogno annuo di gas naturale.
In Italia la raccolta differenziata della frazione umida dei rifiuti è in continua crescita e si attesta oggi in cica 7 milioni di tonnellate di scarto organico trattato, per cui se tutta la frazione umida dei rifiuti urbani fosse riciclata negli impianti dedicati si potrebbe generare un quantitativo di biometano pari a circa 350 milioni di chilogrammi all’anno.
L’Italia è uno dei principali produttori di biogas in agricoltura, quarta al mondo dopo Germania, Cina e Stati Uniti, con una potenza elettrica installata di oltre 1000 megawatt pari a 2,4 miliardi di metri cubi di gas naturale. L’obiettivo è quello di arrivare a produrre biogas di qualità che permetta di continuare a produrre cibo e foraggi di qualità, in modo ancora più sostenibile e a costi minori, utilizzando sottoprodotti e colture di integrazione, come quelle di secondo raccolto che altrimenti non avrebbero avuto mercato.
Il biometano si ottiene anche dai reflui fognari. È ciò che accade nella sperimentazione avviata da Gruppo Cap, condotta con il Cnr e la collaborazione tecnologica di FCA, all’interno del depuratore di Niguarda Bresso che potrebbe arrivare a sviluppare una produzione annua di biometano di oltre 340 tonnellate, sufficienti ad alimentare quasi 500 autoveicoli per circa 20.000 chilometri all’anno.
Si tratta di un risultato straordinario che fa del biometano un importante alleato nella transizione energetica del Paese, capace di guidarci nei prossimi anni verso la completa indipendenza energetica.
Ciò che il grande Enrico Mattei non poté fare col nucleare, sarà fatto coi rifiuti, e le ricerche di settore ci dicono che potremmo “andare” al 100% a energia rinnovabile col biometano già entro il 2050.